Di Stephanie Stephens
Verificato dal punto di vista medico da Allison Young, MD
La nostra comprensione del disturbo bipolare e della sua gestione si è evoluta significativamente, grazie anche alla partecipazione attiva degli individui nella propria cura. Come dimostra la storia, abbiamo fatto molta strada.
Le Origini del Disturbo Bipolare
Le prime documentazioni sul disturbo bipolare, e su altri disturbi mentali, sono spesso segnate da ignoranza, paura e incomprensione. Tra il 300 e il 500 d.C., alcune persone con disturbo bipolare venivano persino “eutanasizzate”, secondo Cara Gardenswartz, PhD, esperta in bipolarismo.
Queste persone venivano spesso considerate “possedute dal diavolo” o “pazze”. I trattamenti includevano:
- Catene e restrizioni fisiche,
- Salassi,
- Pozioni,
- Persino l’uso di anguille elettriche applicate sul cranio.
Questi metodi richiamano trattamenti simili a quelli usati per la stregoneria in varie culture. Durante il Medioevo, si pensava che le malattie mentali fossero manifestazioni di cattive azioni o peccati.
Evoluzione del Disturbo Bipolare
La svolta arriva nel II secolo, quando il medico Areteo di Cappadocia identificò i concetti di mania e depressione, ritenendoli due facce della stessa malattia. La cultura greca e romana contribuì in modo significativo alla terminologia e ai trattamenti:
- Termini come “mania” e “melanconia” furono coniati.
- Si credeva che le acque termali, ricche di sali di litio, potessero avere effetti benefici.
Nel 1621, Robert Burton, studioso inglese, scrisse The Anatomy of Melancholia, una pietra miliare nella comprensione della depressione come malattia mentale.
Progressi del XIX Secolo
Nel 1850, il psichiatra francese Jean-Pierre Falret introdusse il termine folie circulaire (follia circolare), descrivendo episodi alternati di mania e depressione separati da intervalli senza sintomi.
Falret fu tra i primi a riconoscere un legame genetico nel disturbo bipolare. Quasi contemporaneamente, il neurologo Jules Baillarger introdusse il concetto di folie à double forme per descrivere episodi ciclici.
Classificazione del Disturbo Bipolare
Uno dei nomi più importanti nella storia del bipolarismo è quello di Emil Kraepelin (1856–1926), spesso definito il padre della psichiatria scientifica moderna. Kraepelin:
- Separò il disturbo bipolare (all’epoca “psicosi maniaco-depressiva”) dalla schizofrenia.
- Sviluppò un sistema di classificazione basato sui modelli di sintomi piuttosto che sulle somiglianze superficiali.
Nel 1950, il termine “bipolare” fu introdotto per distinguere tra depressione unipolare (solo episodi depressivi) e bipolare (episodi sia maniacali che depressivi).
DSM e Modernizzazione
Con il DSM-III (1980), il termine “manic depression” fu sostituito da “disturbo bipolare”. Questo cambiamento rifletteva un approccio meno stigmatizzante e una maggiore precisione diagnostica.
Trattamenti per il Disturbo Bipolare
Farmaci
Il trattamento del disturbo bipolare ha avuto una svolta con l’introduzione del litio nel 1949, grazie al medico australiano John Cade. Il litio rimane uno dei farmaci più efficaci per gestire il disturbo bipolare.
Oggi, il trattamento farmacologico include:
- Stabilizzatori dell’umore (come il litio),
- Antipsicotici atipici,
- Antidepressivi e farmaci per l’ansia, utilizzati in determinate circostanze.
Psicoterapia
La psicoterapia è una componente fondamentale del trattamento. Tra le più efficaci:
- CBT (Terapia Cognitivo-Comportamentale): aiuta a identificare e modificare pensieri e comportamenti negativi.
- IPSRT (Terapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali): favorisce la stabilizzazione delle routine quotidiane.
- DBT (Terapia Dialettico-Comportamentale): combina principi cognitivi, mindfulness e tecniche relazionali.
Cambiamenti nello Stile di Vita
Uno stile di vita sano può contribuire significativamente alla stabilità dell’umore:
- Esercizio fisico regolare,
- Dieta equilibrata,
- Buona qualità del sonno,
- Tecniche di rilassamento, come yoga o mindfulness.
Bipolarismo nell’Era Digitale
La tecnologia ha reso più accessibili strumenti per la gestione del disturbo bipolare:
- App per il tracciamento dell’umore,
- Psicoterapia a distanza (teleterapia),
- Comunità online e risorse educative.
Questi strumenti offrono supporto aggiuntivo, ma non sostituiscono l’interazione diretta con professionisti e gruppi di supporto.
Conclusione
Il disturbo bipolare, da lungo tempo frainteso e stigmatizzato, oggi è meglio compreso e trattato. Grazie ai progressi della ricerca, alla disponibilità di trattamenti farmacologici e psicologici, e alla crescente consapevolezza, le prospettive per le persone affette da questa condizione continuano a migliorare.
Fonti
Questo articolo è stato tradotto e adattato da bpHope. Crediamo fermamente nell’importanza di rendere la salute mentale accessibile alla comunità italiana. Per ulteriori informazioni, visita il sito ufficiale di bpHope.