Ciao, sono Tony e questo non è un manuale di sopravvivenza. Non è una guida approvata da medici, psichiatri o veterinari (ahimé, sono un Pony).
Questo è un corpo aperto, dissezionato e spiattellato sulle vostre retine. Questa è la mia esperienza, cruda, scorticata, ancora pulsante.
Ho aperto il Trappolone perché di storie bipolari nude e sbattute sul tavolo non ce ne sono molte. Tutto o troppo clinico o troppo carico di retorica, come se la verità dovesse sempre passare da una patina socialmente accettabile.
Ma il bipolarismo non è un poster motivazionale. Non è una tabella con sintomi e rimedi. Non è una brochure da sala d’attesa. È un fiume di ambiguità in piena. E se non stai attento, ti prende.
Capire il disturbo bipolare è come sbucciare una cipolla grande quanto il mondo. Strato dopo strato, non hai mai finito. Ogni nuovo pezzo che scopri ha la stessa identità del precedente, ma sotto c’è altro. Un altro livello. Un altro strato da aprire.
E mentre sbucci, piangi.
Non c’è confine che tenga. Se la mente non ha limiti, nemmeno la cipolla ce li ha. Va a toccare il passato, infesta il presente e striscia nel futuro.
Eppure, la cipolla è buona.
Il Trappolone è il mio tentativo di caramellizzare gli strati aperti e masticarli insieme a voi, mentre ne aspetto di nuovi.
Perché tutto è ciclico. Si ripete. Pattern che si rincorrono senza che tu te ne accorga. Fino al giorno zero. La diagnosi. Un bel cazzotto in faccia.
Per una mente così incasinata, la soluzione è di una semplicità frustrante:
Mangia bene. Dormi bene. Respira. Lascia andare l’ego. Allenati. Rimani nel centro. Stai sereno. Informati, ed ascolta i dottori e le persone di cui ti fidi.
Bello. Semplice. Peccato che mentre segui il percorso perfetto, all’orizzonte vedi qualcosa. Cos’è?
Ecco, quello è il Trappolone.
Il Trappolone è una sensazione. Ti distrae dalla cipolla e ti porta altrove. Un ricordo, un’ossessione, l’immagine di te nella tua forma più super-saiyan. Ti paralizza. Perché all’inizio non distingui ciò che senti da ciò che sei. Ti sembra tutto un unico magma bollente, uno e trino, onnipotente nel suo caos.
Per anni ho vissuto con il costante bisogno di ribaltare tutto. Di leggere ogni impulso come un segnale cosmico.
Il Trappolone è irritabilità. Prende il naturale ripetersi della vita e gli inietta steroidi. Ti seduce, ti sbatte, ti destabilizza.
Può essere una sirena odisseica o Medusa. Seduzione e pietrificazione. Ti intrappola in un limbo di scelte non fatte, di caos senza direzione.
L’ho fatto così tante volte che ho perso il conto. E quando ho realizzato che forse ero solo stato fortunato, che ho schivato una mezza roulette russa, sono crollato.
Ma il Trappolone non è solo un nemico.
Se ci finisci dentro abbastanza volte, se sopravvivi alle sue lusinghe, impari a guardarlo per quello che è: un riflesso. Qualcosa che ti costringe a pensare sul pensiero. Ti obbliga a scegliere con la testa e con il cuore. Ti allena a resistere alla tempesta e a non scivolare quando sei in cima al mondo.
Mangia bene. Dormi bene. Respira.
Il Trappolone è anche una tecnica. Un monito. Una sveglia.
A volte, nel mezzo del vortice, sorrido e mi dico: “Ma questo è il Trappolone.”
E mi salvo.
Giusto in tempo, prima di distruggere tutto.
Perché alla fine, il Trappolone sono anche io.
Mi reputo fortunato e spero che tu sia più fortunato di me. Spero tu stia bene ed abbia trovato i giusti mezzi per essere felice di ciò che sei.
Se non hai ancora trovato i mezzi, in questo sito raccolgo ricerche, articoli e guide da siti italiani ed internazionali che mi aiutano a tenere il passo. Visita anche il sito Associazione Italiana Bipolari.
Ci tengo a dire che per quanto il mio intento sia nobile, il Trappolone.org è solo un blog, per cui considera seriamente l’opzione di rivolgerti all’associazione sopra indicata e ad esperti del settore. Su questo non c’è ambiguità.
Se vuoi raccontare la tua storia, scrivici.
E non dimenticare.
Mangia bene. Dormi bene. Respira.